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Vive o Morte

VIVE O MORTE




Sinossi


“Vive, morte e non-morte, le donne che si muovono fra le pagine di questa raccolta non potrebbero essere più diverse fra loro, eppure tutte sono accomunate da qualcosa: il bisogno di lottare, di non arrendersi mai.
Futuri post-apocalittici e mondi distopici, passato e presente tra vita, morte e dimensione ultraterrena. Donne mortali e immortali, letali, pericolose, sempre battagliere al servizio della giustizia, della verità e della vendetta. Storie di fate oscure e streghe, di elfi e fantasmi, demoni e angeli, lamie, entità senza nome, foreste sussurranti e ragazze umane dai cuori tormentati.

-In un Mississippi ancora flagellato dalla segregazione razziale Jalissa White sperimenta un amore proibito, donando il suo cuore con fiducia all’uomo sbagliato che le strappa via la vita, lasciandola al suo canto straziante sotto i raggi di una muta luna blu.

-Una ragazza senza nome combatte contro il moderno mostro dell’eroina per sfuggire alla violenza che le ha tolto l’identità e l’ha allontanata dai suoi affetti, lasciandola ferita ed incapace di vivere.

-In un futuro distopico in cui la terra è ridotta all’ombra di se stessa e le persone non sono che gusci allevati per aumentare di numero le tre razze elette che governano la realtà, la giovane Maeve è costretta come tutti i suoi coetanei a scegliere la Via che la priverà della sua umanità e divenire serva del Sangue, della Luna o delle Tenebre.

-In un ordinario giorno di pioggia, Dalia incontra gli occhi di un avvoltoio e passa il confine tra la vita e la morte e poi ancora quello tra la morte e la vita, fino a diventare un nero angelo che dispensa spari a coloro che meritano il bacio della morte in un continuo kiss kiss, bang bang.

-Una moderna Alice in Murderland semina il terrore nelle strade buie di un quartiere poco raccomandabile di San Francisco seguendo l’attento consiglio di uno schizofrenico stregatto. 

-1519, in un piccolo paesino del nord, la giovane madonna Caterina, accusata di stregoneria dal suo fedifrago marito trova atrocemente la morte per sua mano e giura di vendicarsi. 2012, la Bella Addormentata si è svegliata ed ha sete di sangue ingannatore.

Un medley di storie tra realtà e fantasia, follia e sanità, un percorso fatto di dodici strade che non si incrociano mai, ma corrono su un binario univoco.”

Titoli contenuti nel primo volume:

“La Via”
“Ferita”
“Il gelo nel cuore”
“Luna Blu”
“Biancamorte”
“In un lampo di luce”
Bonus: prime pagine di “Murderland”

Titoli contenuti nel secondo volume:

“Kiss kiss, bang bang”
“La Bella Addormentata”
“Coil Spiorad”
“E’ violenza quando c’è sangue sul pavimento”
“Quello che non vuoi vedere” 

“Murderland”


Il Primo volume di Vive o Morte è disponibile gratis nei maggiori store, tra i quali:

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Kobo

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Il Secondo volume di Vive o Morte è in vendita per adesso in esclusiva su Kindle, ed è possibile "prenderlo in prestito" gratis se si dispone di Kindle-Unlimited:

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-La versione cartacea della duologia sarà disponibile da Settembre 2015


                         

***

ESTRATTO DA "Bianca Morte" (VIVE O MORTE VOL I)


L’intenso odore sulfureo che emanavano i loro resti le rimaneva sempre addosso per giorni e proprio non riusciva a sopportarlo, ma c’era ben poco che potesse fare.

Le lamie stavano decimando la popolazione femminile del mondo e andavano fermate se si voleva salvare l’umanità dall’estinzione; era per questo che si era unita all’Organizzazione dopotutto.

Qualcuno doveva pur farlo, il lavoro sporco, e nessuno era brava come lei.

Nessuno comprendeva il modo di pensare di quelle creature come lei, forse perché nessuno era somigliante a loro come lei, ma Nina non era mai stata troppo fiera dell’affilatezza dei suoi sensi, della precisione dei suoi attacchi o della sua capacità di seguire le lamie durante i Balzi, non poteva esserlo e non avrebbe mai potuto, perché ad accompagnare tutte le cose che la rendeva diversa da gli umani rimasti e troppo uguale alle lamie, c’era la sete.

Una sete famelica che le faceva riardere la gola e la teneva prigioniera nella sua morsa desolata in ogni momento e le giornate potevano diventare insopportabilmente lunghe per chi come lei non aveva più bisogno di dormire e non avrebbe mai più potuto avere un attimo di riposo per il resto della sua esistenza.

La ragazza si chinò a raccogliere la sacca della lamia, risparmiata dalla biancamorte che aveva cancellato la sua proprietaria, e ne lasciò cadere  il contenuto sulla superficie del lago. Un tonfo sordo la informò che il mostro doveva essere uscito per una grossa caccia.

Non abbassò lo sguardo, non poteva.

Sapeva già cosa avrebbe visto se lo avesse fatto: macchie e strie di sangue ancora fresco che tingevano di rubino la trasparenza del ghiaccio, cuori che rotolavano e si ricoprivano di un sottile strato di nevischio, come le fragole mature poste in freezer che aveva visto una volta in un libro di ricette utilizzate nel Mondo Perduto; cuori strappati dai petti di vittime troppo giovani e innocenti per meritare una simile fine.

L’odore rugginoso del sangue stava facendo affiorare i suoi incisivi, poteva sentirli pungerle i lati della lingua.

È perché mai aveva pensato proprio alle fragole?

Erano anni che non toccava più cibo e le fragole poi…

Non le aveva mai nemmeno viste di presenza, quei frutti erano estinti da secoli ormai.

Dio…

Stava peggiorando, ecco perché aveva fatto quell'associazione…

Le fragole le erano state descritte come deliziose, una volta.
Una delizia mai assaggiata, proprio come… come ciò che in quel momento giaceva ai suoi piedi, sul ghiaccio.

La roccia di umanità alla quale si era appigliata per tutti quegli anni stava cominciando a sgretolarsi.

***


ESTRATTO DA "Kiss Kiss, bang bang" (VIVE O MORTE 
VOL II)


«Un bacio, e ti lascio tornare a casa…».

Ecco le parole che aveva aspettato di sentirgli dire, le parole che lui pronunciava ogni volta.

L’ultima bugia che sempre completava la sua tela di inganni.
Per qualche ragione apparentemente in lui c’era questo bisogno irreprimibile di innescare quell’ultimo flebile barlume di speranza negli occhi delle sue giovani vittime. Gli procurava un piacere particolarmente intenso che neppure lui era in grado di spiegare.

Nessuno che avesse sentito rivolgersi quelle parole tornava mai a casa, Dalia lo sapeva bene, ma questa volta sarebbe stato diverso. 
Questa volta sarebbe stato lui a non tornare a casa.
E già, perché anche questo mostro aveva una casa. Da qualche parte, c’era una famiglia normale, e probabilmente inconsapevole della sua natura, ad aspettare il suo ritorno. 

Questa notte avrebbero atteso invano. 

Considerato il carattere peculiare della sua stessa esistenza che ammetteva la possibilità delle stranezze più incredibili, le sarebbe piaciuto poter mentire a se stessa e dirsi che l’uomo davanti a lei non era umano o che nella sua sete di dolore e sangue, egli fosse  mosso da qualcosa di soprannaturale, trascendentale, ma non era così. 

Non lo era mai: i mostri che di solito le attraversavano il cammino erano sempre tanto umani quanto le loro vittime. Per questo li odiava con tutta la rabbia che il suo corpo poteva contenere.

Si staccò dalla parete e cominciò a camminare verso di lui, ogni incertezza di movimento, ogni piccolo inciampo studiato nei minimi dettagli, tanto quanto l’abbigliamento da bambina indifesa che aveva scelto.

Laddove le altre piccole disperate che l’avevano preceduta vedevano una possibilità di salvezza, lei vedeva solo la malvagia verità del piccolo ghigno a malapena represso all’angolo della bocca di lui, la piega crudele dei suoi occhi ferali e le nere spire di morte intrecciate con ogni suo respiro ed ogni battito del suo cuore.

I giornali lo chiamavano il divoratore d’innocenza, il cacciatore di bambine, ma nessuno conosceva il suo volto o il suo nome. 

Decine di ipotesi circondavano la sua identità e altrettanti esperti avevano tentato di ricostruirne un profilo, ma non c’erano certezze per nessuno di loro. Solo la conta delle sue vittime era nota al di fuori di ogni dubbio secondo le autorità, ma in realtà avevano torto anche in quello. 

Dalia purtroppo ne era ben consapevole. Solo in anni recenti questo mostro aveva scoperto la particolare gioia  legata al lasciare che le autorità ritrovassero le sue vittime, ma in passato i suoi peccati li aveva nascosti in profondità oscure che nessuno avrebbe mai potuto dragare.

Le labbra della ragazzina si curvarono in un sorriso speranzoso, proprio il genere di sorriso che lui desiderava vedere. «D-d… davvero?», la sua voce melliflua tremava tra un singhiozzo e l’altro proprio come lui si attendeva, ma non c’era vero terrore dentro di lei, neppure una briciola e le sue lacrime erano gelide e finte. Da anni aveva perso la capacità di piangere, ma questo lui non poteva saperlo.

Dalla notte di tre anni prima in cui tutto era cambiato, in cui tutto si era fermato, Dalia non aveva più versato una sola lacrima e non perché non ci avesse provato. 
***




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