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sabato 30 gennaio 2016

Vaneggiamenti di una Scribacchina 20: "La Letteratura del Brivido Parte III: Il Romanzo Gotico"




“In my view, stories and novels consist of three parts: narration, which moves the story from point A to point B and finally to point Z; description, which creates a sensory reality for the reader; and dialogue, which brings characters to life.”

―  Stephen King


                 
La Letteratura del Brivido, parte III:
Il Romanzo Gotico


Dedichiamo questo appuntamento al romanzo gotico trapassato, passato e presente…

Intorno alla seconda metà del Settecento la nuova sensibilità per il lato oscuro e malinconico della vita creò un fertile terreno per la nascita e lo sviluppo, soprattutto nei paesi anglosassoni, di un genere letterario ispirato ai temi della paura e dell’orrore: il romanzo gotico.

Tale denominazione deriva  sia per il sapore stravagante e nero delle storie sia per la loro cornice “gotica”. 

I romanzi appartenenti a questo filone hanno, infatti, un’ambientazione medievale e caratterizzata da un’architettura prevalentemente gotica, appunto, in tutti gli edifici che fanno da sfondo alle vicende narrate.

Il Medioevo del gotico ha poco a che fare con la storicità e la realtà dei fatti, è, infatti, un Medioevo fantastico e oscuro usato a dovere per creare la giusta atmosfera per i lettori ed ha quindi una funzione quasi ornamentale.

Gli elementi principali alla base di questo genere letterario sono:

-paura
-orrore
-morte
-romanticismo

Nel romanzo gotico le vicende sono caratterizzate da intrecci complessi e oscuri. I personaggi tipici sono ragazze innocenti e perseguitate, monaci corrotti, fantasmi e altre creature soprannaturali. 
Le storie narrate includono spesso fatti di sangue, maledizioni, vendette, profezie e inganni. 
Ricorrenti sono anche il tema del matrimonio mancato e quello della rivelazione d’identità.

L’azione si svolge solitamente in luoghi tetri:

-conventi cupi
-castelli medievali in rovina pieni di passaggi segreti, prigioni e luoghi misteriosi.

L’ambientazione del romanzo gotico è caratterizzata da un forte simbolismo, atto ad aumentare il senso di misticismo, raccapriccio e terrore.

La più significativa novità del genere è la scomparsa del protagonista-eroe.
I personaggi di queste vicende sono anime torturate e inquiete che si portano dietro grandi misteri e molto spesso agiscono sotto l’influenza di forze maligne e soprannaturali.


Nonostante lo sviluppo del genere sia avvenuto in paesi di lingua anglosassone, il setting di queste storie si allontana dall’Inghilterra e gli scrittori del genere immaginano le loro storie ambientate nei paesi del Mediterraneo; sono L’Italia, la Spagna e la Corsica —solo per fare alcuni esempi— ad ospitare dunque il gotico.

Se volessimo ricavare l’origine del genere e rimandarla ad una precisa opera, dovremmo certo fare riferimento allo scrittore britannico Horace Walpole e al suo romanzo del 1764 “Il Castello di Otranto” che non a caso nella sua seconda edizione presenta il sottotitolo “A Gothic Story”.

Altre opere famose sono “I misteri di Udolfo”, “Il Confessionale dei Penitenti Neri” di Anne Radcliff, “Il monaco” di M. G. Lewis e “Vathek“ di William Beckford.

I romanzi gotici d’origine, pur essendo contraddistinti tutti da un medesimo gusto per l’orrido, si possono suddividere in due categorie:

-Romanzi nei quali alla fine ciò che era ritenuto soprannaturale trova una spiegazione razionale (come avviene nelle storie della Radcliff, famose non solo per il “soprannaturale razionalizzato”, ma anche per aver sviluppato la base del “brooding hero” che contribuirà alla creazione dell’eroe romantico Byroniano).

-Romanzi nei quali il soprannaturale è rappresentato come reale in mondi nei quali i fantasmi e i demoni esistono davvero (è questo il caso de “Il Castello di Otranto, per esempio). 

Questo secondo gruppo è quello che ha reso famosi alcuni temi che sono poi divenuti cari alla letteratura dell’Horror come la possessione demoniaca, la maledizione, il patto con il diavolo.

Il romanzo gotico continua nella sua scalata verso il successo per tutto il corso della seconda metà del diciottesimo secolo per regalarci durante il diciannovesimo secolo i capolavori di Edgar Allan Poe, Mary Shelley e Bram Stoker.


Anche in Germania si sviluppò una specifica corrente gotica che di solito prende il termine di “Shauerroman”, ossia “romanzo del brivido” o “Geisterroman” “romanzo di fantasmi”.

Tuttavia una sovrapposizione perfetta fra gotico anglosassone e Shauerroman non è sempre possibile, poiché sebbene le due correnti abbiano dei temi in comune —ambientazione medioevale, presenza di castelli gotici, fantasmi— ci sono anche delle caratteristiche che separano i due generi come la presenza, in quello di matrice tedesca, di elementi della trama particolari:

-negromanzia
- società segrete
-presenza di un tono molto più pessimista.
-motivo del doppelganger (per esempio nel romanzo “The Devil’s Elixirs” di E. T. A. Hoffmann.

Torniamo al mondo gotico anglosassone…

Con l’arrivo dell’epoca vittoriana il romanzo gotico comincia ad essere sminuito dai critici e il successo delle storie di questo genere inizia a diminuire sensibilmente lasciando il posto al romanzo storico, reso popolare da Sir W. Scott.

Nonostante l’asprezza dell’opinione dei critici il periodo è caratterizzato da una fase creativa molto produttiva. È nell’età vittoriana che compaiono lavori recentemente rivalutati dalla critica letteraria come  le serie di fiction “Penny Dreadful” scritte da autori come G. W. M. Reynolds, famoso per la sua trilogia di romanzi gotici:

-Faust (1846)
- Wagner the Wehr-wolf (1847)
-The Necromancer (1857)

L’influenza dell’eroe Byroniano e delle atmosfere oscure del gotico è presente anche nelle tetre opere delle sorelle Brontë, al punto da aver spinto i critici a coniare il termine di “Gotico femminile”, quasi una sorta di branca a sé stante della narrativa gotica che esplora il micro-cosmo della realtà domestica delle donne del tempo e si ribella contro la gerarchia patriarcale della società (un esempio in questo caso può essere la protagonista concepita da Charlotte Brontë in Jane Eyre) o la Cathy creata da sua sorella Emily. 

Estremamente evidente è la dimensione gotica del romanzo  “Wuthering Heights” (1847) che  tinge di disperata oscurità i selvaggi campi (moors) dello Yorkshire ed è caratterizzato da apparizioni semi-soprannaturali di “fantasmi del passato” e un protagonista maschile (Heathcliff) che presenta tutti gli elementi dell’anti-eroe byroniano, personificazione quasi demoniaca della crudeltà.

Anche l’opera di Elizabeth Gaskell presenta diversi elementi gotici, in particolare il motivo del “peccato ancestrale”, il concetto di colpa dell’antenato che perseguita le future generazioni come avviene nel suo racconto “The Doom of the Griffiths” (1858).

Maggiore linfa vitale al genere viene iniettata dalla rielaborazione che durante questo periodo  fa Edgar Allan Poe  che si concentra molto meno sui temi classici del gotico —nonostante le sue opere mantengano un marcato gusto per il bizzarro— in favore di un più significativo sviluppo psicologico dei personaggi e un’attenta analisi del motivo della follia e di un’accurata esplorazione delle “paure dell’anima” (si veda come esempio la magnifica storia “The Fall of the House of Usher”, 1839).

Come molti altri generi neppure il gotico può sfuggire alla parodia e alla satira ed è della penna di Jane Austen (eh, sì… no potevo non includerla :P) che ci viene il più famoso esempio di parodia del gotico, con il suo romanzo “Northanger Abbey” (1818).
 Nella storia, infatti, l’innocente e ingenua protagonista, dopo aver trascorso troppo tempo a leggere letteratura gotica, inizia a percepirsi come un’eroina degna di un romanzo della Radcliff e comincia a immaginare omicidi, malvagità e misteri dietro ogni angolo, solo per vedere tutti i propri sospetti assolutamente ridimensionati e prosaicizzati alla fine.

Nel corso del ventesimo secolo, il gotico non è certo stato dimenticato e anzi a partire dagli anni cinquanta si è vista una nuova fioritura di opere a carattere gotico, ora raggruppata sotto l’egida di “New Gothic”, dai lavori di Phyllis A. Whitney a quelli di Anne Rice e Stephen King.

Una nicchia particolare del gotico moderno è quella del “Gotico del Sud”, sviluppatasi negli Stati Uniti che trasferisce i caratteri tipici delle ambientazioni gotiche negli stati del Sud. Alcuni esempi sono costituiti da William Faulker, Flanney O’Connor, Harper Lee e ancora Anne Rice  (Louis e Lestat, due dei suoi angelici e torturati vampiri più amati, vivono molte delle loro storie in tutto o in parte nella Louisiana) e Charlaine Harris con i suoi “Vampiri del Sud”, famosi per aver dato vita alla serie televisiva “True Blood”.


E siamo alla fine di questa uscita...

Apro una piccola parentesi tecnica per informarvi che il prossimo appuntamento vaneggiante salterà di 3 settimane, perché la sottoscritta scribacchina è immersa nell’editing dai piedi agli occhi @_@

 La rubrica tornerà, quindi il 27 Febbraio con un appuntamento sempre dedicato alla Letteratura del Brivido che approfondirà il discorso, parlando degli archetipi dell’Horror.




Per altre informazioni, ecco qualche link utile…

https://it.wikipedia.org/wiki/Romanzo_gotico

https://en.wikipedia.org/wiki/The_Castle_of_Otranto

https://it.wikipedia.org/wiki/Matthew_Gregory_Lewis

https://it.wikipedia.org/wiki/Vathek_(romanzo)

https://it.wikipedia.org/wiki/Ann_Radcliffe

https://it.wikipedia.org/wiki/L%27abbazia_di_Northanger

https://en.wikipedia.org/wiki/Bront%C3%AB_family

https://en.wikipedia.org/wiki/Elizabeth_Gaskell

https://it.wikipedia.org/wiki/Edgar_Allan_Poe

https://it.wikipedia.org/wiki/Penny_dreadful

https://it.wikipedia.org/wiki/Anne_Rice

https://it.wikipedia.org/wiki/Stephen_King

https://it.wikipedia.org/wiki/Charlaine_Harris

https://it.wikipedia.org/wiki/True_Blood

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