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sabato 5 settembre 2015

Vaneggiamenti di una Scribacchina: 6 "La Spina dorsale del Romanzo"





“I have always imagined that Paradise will be a kind of library.”  

― Jorge Luis Borges



                 
  La Spina dorsale del Romanzo



Oggi tratteremo un argomento un po’ più “tecnico” e cioè la sub-stratificazione della narrazione o -per dirla con parole più semplici- la struttura a livelli di un’opera di narrativa.


Qualsiasi testo narrativo -e in particolare il romanzo- presenta una costruzione che può essere facilmente scomposta in tre livelli: quello dell’azione, quello dei personaggi e quello del narratore.

Questa scomposizione non solo è utile dal punto di vista della lettura di un romanzo, in quanto ci permette di dividerlo in sequenze, ma secondo me può anche essere utile in fase creativa/correttiva.

La possibilità di dividere il testo in sub-sequenze ci consente, infatti, di seguire lo sviluppo dell’azione e individuare e comprendere i rapporti che esistono fra intreccio e fabula, fra tempo della storia e tempo del racconto, fra personaggi e azioni e ancora fra azioni in primo piano e azioni che si sviluppano nel background.



Ma andiamo con ordine…



Forse, è il caso di fornire una definizione specifica di sequenza narrativa:

 porzione di testo dotato di autonomia sintattica e di contenuto, nonostante la presenza di un rapporto costante con tutte le parti del romanzo. 


Le sequenze hanno un inizio e una fine ben definiti e la frazione di testo che contengono può essere riassunta con un titolo o una frase specifica.


In base al loro contenuto, possiamo distinguere 4 tipi di sequenza:


- Sequenza narrativa (contiene le azioni; lo sviluppo della storia)


-Sequenza descrittiva (contiene descrizioni di persone, oggetti, luoghi etc…)


-Sequenza dialogica (contiene i dialoghi fra i personaggi)


-Sequenza riflessiva (contiene considerazioni relative a quanto accade nel libro)


Quest’ultima sequenza può essere di due tipi:

Sequenza riflessiva diretta (esprime le riflessioni dei personaggi della storia)

Sequenza riflessiva indiretta (esprime le riflessioni dell’autore)



Le sequenze descrittive, dialogiche e riflessive vengono anche dette “statiche” in quanto non “muovono la storia in avanti” la “bloccano”; al contrario, quelle narrative possono essere considerate sequenze dinamiche, in quanto portano avanti l’azione e dunque la storia stessa.


Ciascuna sequenza, indipendentemente dal tipo, può a sua volta essere ridotta in micro-sequenze relative ai singoli aspetti che la compongono, così come più sequenze possono essere raggruppate insieme e andare a costituire una macro-sequenza che può essere formata da sequenze distinte ma appartenenti ad una stessa tipologia, o può essere composita e quindi presentare diverse tipologie sequenziali.


Le sequenze contenute in una macro-sequenza sono legate insieme da rapporti temporali e/o logici e fanno riferimento ad uno stesso tema.


È mia opinione che la divisione in sequenze possa rivelarsi molto utile per gli scrittori, in quanto ci permette di  scomporre la narrazione e concentrarci sui singoli aspetti che la compongono, tralasciando i dettagli secondari. 

Personalmente -”vaneggiantemente”- trovo che essa sia anche un ottimo strumento  in fase di editing, in quanto ci offre la possibilità di verificare l’integrità, la coerenza e la consistenza dell’azione, delle descrizioni e della natura dei personaggi, nonché di analizzare con cura lo sviluppo dell’intreccio, permettendoci di individuare facilmente le incongruenze nel testo, se presenti.


In conclusione della “puntata” di oggi ^_^, andiamo a soffermarci brevemente su un altro aspetto tecnico-strutturale della narrativa…



Ogni opera di narrativa, indipendentemente dalla tipologia (racconto, romanzo, novella…) e dal genere, presenta una struttura con degli elementi ricorrenti, una sorta di “spina dorsale narrativa” se vogliamo.

Questi elementi sono 6 e sono i seguenti:

Esposizione (presentazione dei personaggi, dell’ambientazione e della situazione iniziale che può essere differita, è quindi essere presentata dall'autore dopo l’esordio) 

Esordio (l’accadimento che mette in movimento la storia, cambiando la situazione d’apertura)

Mutamenti & Peripezie (quegli avvenimenti che modificano di volta in volta la situazione, spingendo il personaggio a compiere una data azione)

Conseguenze ( tutti quegli avvenimenti che fanno seguito ai mutamenti o a determinate azioni compiute dai personaggi e che portano all'aumento della tensione, del conflitto)

■      Climax (momento culminante della tensione narrativa)

Scioglimento (la risoluzione della tensione che comporta l’eliminazione di tutti i fattori di turbamento e la ricostituzione di un equilibrio, positivo o negativo).



Va precisato che questa “successione” non deve essere per forza fissa -alcuni autori apportano notevoli variazioni a questo schema- e che esistono testi nei quali lo scrittore volutamente elimina uno o più degli elementi soprastanti.
 Si pensi a quelle storie che non presentano alcuno scioglimento finale e lasciano la narrazione in sospeso tanto nei libri, quanto sul grande e piccolo schermo. 

Chi ha visto il finale/non finale dei Soprano, sa di cosa sto parlando :P



Per chi fosse interessato ad approfondire, ecco alcuni link:

http://vivalascuola.studenti.it/come-dividere-un-brano-in-sequenze-11963.html

http://blogs.youcanprint.it/struttura-narrativa-libro


Per chi non avesse visto la scena finale dei Soprano e volesse capire di che diavolo sto blaterando...

https://www.youtube.com/watch?v=IqpDxCo2vic












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